Ore 20 locali siamo arrivati a Sousse, ho viaggiato sul fuoristrada con Vittorio, Franco sul furgone con Tarak, i biker sul Minibus. Con me la fida eSestriere Lombardo, il mio destriero che mi ha condotto per strade impervie e deserti a scalare vette e scoprire leggende e realtà parallele. Alle ore 13 siamo partiti da Ksar Ghilane, dopo avere fatto una gita nel deserto fino alla “fortezza romana” – le virgolette sono d’obbligo, perché più che una fortezza pare fosse un… bordello! -, chi in dromedario chi invece in fuoristrada o eBike, e poi un bagno ristoratore nella pozza di acqua sorgiva – detto Gibbione – e un cous cous e Oja Merguez per tenere a bada i nostri stomaci! Dopo 7 ore di viaggio senza sosta giungiamo a Sousse dove siamo ospiti in un hotel che porta il nome mitico di Annibale: qua è tutta Storia, dovunque ti giri respiri millenni di vicende epiche e antichità e avvenimenti e misticismo e favola… Cena al ristorante dell’albergo sistemazione dei bagagli e delle bici nei mezzi e domattina transfert all’aereoporto: si torna a casa!!!

Sfiniti ma tutti felici di aver realizzato un viaggio magnifico e una piccola impresa: abbiamo attraversato il deserto roccioso e sabbioso, che prima ha messo a dura prova la nostra resistenza, con le pietre quarzose e taglienti che mai lasciavano a riposo le nostre braccia e, soprattutto, il nostro “sacro” deretano..! e poi con il caldo secco  e i banchi di sabbia che appesantivano enormemente il passo: “no Normal Road, but Very Very Offroad!!!”  ripetono Giovanni e Marco tentando l’approccio con una Belle Femme…

Abbiamo vissuto come i trogloditi nelle loro case millenarie, gli  Ksar, le fortezze con le loro costruzioni ad alveoli di forma ovoidale sovrapposti uno sulla’altro, dove gli abitanti nascondevano i loro raccolti,  e ancora, solcato sentieri che mai avevano visto le due ruote; sentieri sacri, che da tempo immemore vedono la popolazione percorrerli per compiere i loro antichi rituali.  E  siamo stati rapiti da panorami, neanche a dirlo,  mozzafiato: il deserto di pietra e tutt’intorno le basse colline dalle cime piatte erose nei millenni dal forte vento; sulla spianata, le tende nomadi.

Quello che ho visto in questo Viaggio in Tunisia, nella Terra dei Trogloditi non è quello che “sento”: “l’essenziale è invisibile agli occhi, ma lo si sente con il cuore” ripeteva il Piccolo Principe a se. Spero che quaggiù non si facciano colonizzare totalmente dallo stile occidentale, con tutte le sue deviazioni e insofferenze.

In 9 Biker: io con la Bici a pedalata assistita (Lombardo eSestriere), Carmelo con una front da 29” e Lorenzo addirittura con una Giant in acciaio del 1991! Rigida!!! Roberto con una bici da trekking, Giovanni&Giovanni, Marco, Totò e Tarak (la nostra Guida local) con le Full. Franco alla guida del Van e Vittorio a seguirci col 4×4.

La prima tappa è da Matmata a Ksar Hallouf. E’ il primo giorno che userò per un lungo tragitto la mia Lombardo eSestriere. Dopo avere assicurato l’attrezzatura foto e video sul portapacchi posteriore e aver controllato che tutto sia in ordine partiamo alla volta di Ksar Hallouf, una fortificazione realizzata nel mezzo del deserto roccioso tra Matmata e Tatouine. Settantacinque chilometri e molti villaggi da attraversare. Con la mia bici prendo subito confidenza, sebbene il carico ne squilibri il baricentro; il primo tratto è in asfalto ma nella parte in fuoristrada il comportamento è egregio e la pedalata assistita funziona a meraviglia: niente di meglio per un biker fuori allenamento e un carico non indifferente: tra bici e bagagli siamo ben al di sopra i 30 Kg..! (pesata a pieno carico 31,800 Kg!!!).  Dopo la parte di saliscendi inizio ad alternare la “mia pedalata” alla pedalata assistita, così che l’energia possa essere sufficiente per tutta la tappa.

Come pensavo questi luoghi visitati con un mezzo “slow” come la bici sono tutti da gustare: li vivi pienamente catturandone i colori, le forme, assaporandone gli odori, apprezzando la popolazione, vivendo con loro scorci di vita quotidiana che mai potresti far tuoi con  mezzi motorizzati.. La sera siamo ospiti in una abitazione berbera con cena all’aperto nella Tenda dei nomadi, dopo che il Gruppo dei romani con Tarak e Totò si perde nel Singletrack…Il risveglio ai piedi della fortezza di Ksar Hallouf è stato stupefacente: ci siamo ritrovati immersi in un’oasi fitta di palme. La sera prima, confusi per i biker dispersi nel deserto e traditi dal buio non abbiamo notato quello che ci circondava..! Così, estasiati da tale meraviglia saliamo in sella per affrontare  un ulteriore passo verso il Grande Erg Orientale. Ma prima, una visita al castello: lo Ksar è in cima ad una spianata su una collina di fronte l’oasi, è costituita da un insieme di alveoli, disposti lungo il perimetro della spianata.

Da Ksar Hallouf a Tatouine dopo un’estenuante tratto fuoristrada in salita, è’ un susseguirsi di villaggi e vita quotidiana: Beni Kedach, dove siamo stati “rapiti” dalla folla che invadeva le strade animate dal mercato locale mentre nel paese camioncini, che sfidano il tempo, vengono caricati di capre e pecore: qui è il periodo della commemorazione del Sacrificio di Abramo, i “Giorni dell’Adi” e per questi animali non è una “festa”..! E poi Ksar Haddada, El Mecha, El Peroh, Ksar Ouled Soltane, Gomrassen… villaggi ora dormienti ora pieni di vita, di donne che girano sui Motobecane, che chiamano a raccolta i loro bambini per portarli lontano dalla nostra vista, di uomini intenti ai lavori edili, di scolaretti che, soli, percorrono a piedi kilometri e kilometri per raggiungere la famiglia.

Quanto è bello potere “assaggiare” il territorio che stai visitando… Così, ben prima del tramonto arriviamo alla nostra meta, Tatouine, la più grande città del sud della Tunisia, dove, questa volta, la comodità ci attende: stanze con doccia e una meravigliosa piscina, nella cui fresca acqua e non prima di avere “tuffato” il biker ben vestito, tutti ci rilassiamo paghi di un’altra tappa faticosa ma affascinante e misteriosa…”.

La Terza Tappa vede come meta Douiret; verso Guermessa,  la strada è tutta asfalto, 10 km rilassanti e dopo avere attraversato la città nuova un altro Ksar si staglia di fronte a noi: il ricamo che orla la cresta della collina è, come nel villaggio di Ksar Hallouf, il lascito denso di attività sociali, culturali e religiose, delle antiche popolazioni, in queste zone. Mentre il Gruppo visita l’antico paese, io cerco di scalare la salita verso gli Schifa (i corridoi su cui si affacciano le abitazioni) con la mia eBIke Lombardo: 300 mt di ripido completamente dissestato e pietroso con pendenza maggiore del 25% riesco a percorrerlo in sella dove gli altri spingevano! ma fino ad un certo punto. Capitolo sugli scalini e con enorme dispendio di energia (per questi exploit si sceglie la modalità Sport che imprime un’assistenza più decisa ma che consuma il triplo rispetto alla modalità Eco! Raggiungiamo la Valle dei Sette Dormienti e poi Chenini: anche qui lo Ksar, ma questo è per buona parte abitato… E’ un luogo magico, qui ancora le famiglie vivono nelle caverne, e non sembra essere cambiato tanto nei millenni. Se non per la contaminazione occidentale che più delle parabole (ma non di quello che ci sta dietro…)  devasta questo territorio con plastica e lattine, una sovracultura che non appartiene assolutamente a queste popolazioni abituate a vivere in simbiosi con la natura, a dividere il tetto con galline, asini, pecore e dromedari. Chenini, racchiusa in un semicerchio al cui centro, in alto è incastonata la Moschea. Mentre si parla dello “stupefacente single track”, il “sentiero sacro” a mezza costa che si arrampica sulla cresta della collina per poi, attraverso un cammino di due ore sull’altopiano, giungere a Douiret, io vengo rapito da questi luoghi magici; lascio la macchina fotografica per abbandonarmi e sentirmi parte di questa storia; sono secondi che il richiamo del muezzin rende eterni:  Hayya ˁalā al-salāt Hayya ˁalā l-falāh Allāhu Akbar Allāhu Akbar Lā ilāh illā Allāh.

I biker partono per il sentiero, un cammino lungo, di 3 ore, la maggior parte con bici al passo, che io non posso affrontare per il peso della mia eBike… Li seguiamo fino al Grande Fico ai piedi della “prima sorgente”. Ci reincontreremo al “Residence” di Douiret, dove estasiati e smarriti ci racconteranno di avere vissuto un’esperienza unica: dalla rupe che arriva alle spalle del paese il paesaggio è stato sconvolgente, ipnotico, l’incontro con le famiglie che ancora vivono nelle grotte fa ritornare ad un passato in cui il villaggio era vivo con il fermento di umanità di un tempo con una vita politica sociale ed economica pervase da quello spirito universale e religioso tuttora percepibile…

Il tratto da Douiret all’Oasi di Ksar Ghilane, la quarta Tappa, l’ultima. Due ore di sonno, forse; il tratto in asfalto è breve, circa 15 km a ritroso per Chenini, poi la deviazione per la pista verso Ksar Ghilane. E’ subito deserto, ma non sabbioso, misto: la traccia è in quota, circa 350 metri e permette anche alle bici di essere percorsa. Ci addentriamo, capiamo che non sarà una semplice pedalata, neanche per me che sono assistito dal motore elettrico.  Percorsi i primi chilometri il panorama non varia, solo pietre e deserto, sabbia e cespugli qua e là; fortunatamente il cielo è velato e il sole non insiste con violenza su di noi. Ma si sente, si sente nella nostra gola sempre secca e non basta bere in continuazione, dobbiamo tenere l’acqua in bocca per potere trovare un po’ di sollievo: è tanta l’acqua che beviamo, più di un litro ogni 10 chilometri. Ogni tanto ci tocca scendere dalla bici, i banchi di sabbia sono più numerosi e occupano la pista anche per lunghi tratti, la eBike mi assiste alla grande anche se con modalità Tour consuma davvero parecchia energia; ma procedo anche sulla sabbia. Ci fermiamo dopo aver percorso circa 40 km, come allucinati: abbiamo negli occhi e impresso nella mente solo il nulla, niente, il vuoto dipinto di giallo. Il deserto. E’ una piccola casetta su un promontorio, fermi ci sono dei dromedari che pascolano; anche noi mangiamo qualcosa, un pranzo necessariamente molto fugace: pane tonno e cipolla sul fuoristrada… Non si vede alcuna oasi all’orizzonte, Ksar Ghilane è ancora lontana, 30 chilometri; ancora. I ragazzi sono andati con le bici a mescolarsi tra i dromedari, sono tanti sparsi un po’ dovunque; in disparte il pastore, che li osserva e controlla da lontano. Il pastore Nomade è un fuoristrada con a bordo una coppia spagnola sono  le uniche anime vive che abbiamo incontrato su questa pista dimenticata. Più tardi sapremo che mai nessuno in bici aveva prima di noi raggiunto Ksar Ghilane da questo tracciato..! All’Oasi ci si arriva da Douz con le fuoristrada o da Matmata sull’asfalto, ma da questa pista che viene da Chenini no, no!!!

Beh, ce l’abbiamo fatta: 9 ore di bici, 85 chilometri percorsi di cui 70 in pieno deserto; siamo provati fisicamente ma, soprattutto, svuotati mentalmente. Ognuno di noi, ho scoperto dopo, non aveva che il desiderio di Acqua frizzante e un buon boccale di Birra. A fiumi! L’impresa è compiuta, il resto è cronaca.

Oggi, che sono qui che scrivo davanti al mio monitor, ho impressi sugli occhi quei momenti quei posti quelle zone quei bambini quella gente che spesso mi hanno lasciato senza fiato a vagare tra i pensieri a guardare e scavare nel mio intimo come raramente avevo fatto e non importa essere credenti o religiosi, lì c’e la Storia dell’uomo di cui io mi sono sentito parte, lì c’è l’essenza della vita, che io mi sono sentito dentro, lì dove tutto è essenziale, se non nulla.

PS: Un doveroso Grazie ai 7 partecipanti, Giovanni (er Tigre), Carmelo (er Cammello) e Lorenzo (er Moscone) di Roma, Giovanni (il Milanese) da Milano, Marco (Ahia Ginocchio), Totò (il Vecchio), Roberto (il Tesoriere)  i siciliani. E all’organizzazione della C2C: Vittorio Zunardi, lo “Svizzero”, alla guida del fuoristrada, Tarak Basly, il nostro partner tunisino, l’interfaccia indispensabile con il territorio, Franco, che ha trasformato in realtà quello che prima era solo un ipotesi di sentiero, e poi percorso quelle stesse tracce avanti e indietro col piccolo furgone appoggio.  E grazie infine a Lombardo Bikes, Ortlieb e FSA per avere permesso a me di realizzare questo viaggio in sella alla mia amatissima bicicletta, una eSestriere, una Mountain Bike a pedalata assistita, che mi ha davvero assistito e condotto fedelmente, con l’ausilio del suo motore elettrico, senza mai tradirmi attraverso questo fantastico sogno da mille e una notte.

Queste le Tappe del viaggio:

  • 15 ottobre: Arrivo a Tunisi Port, destinazione Sousse – Giorno 0
  • 16 ottobre: da Sousse a Matmata  (km 340) – Giorno 1
  • 17 ottobre: Matmata – Technine – Toujene – Ksar Hallouf  (70km) – Giorno 2
  • 18 ottobre: Ksar Hallouf – Beni Khdech – Ksar Hadada –Tataouine  (80 km) – Giorno 3
  • 19 ottobren: Tataouine –  Chenini – Guermessa – Douiret  (60 km) – Giorno 4
  • 20 ottobre: Douiret – Ksar Ghilane – (85 Km) – Giorno 5
  • 21 ottobre: Ksar Ghilane  – Sahara Oasi – Giorno 6

Il Video: http://www.youtube.com/watch?v=XQOp-yilp2Y&feature=youtu.be

INFO
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Alessandro Tedesco