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CATANZARO – Il Questore di Catanzaro Guido Marino ha emesso un Daspo che impone la lontananza dagli stadi per tre anni, nei confronti del calciatore della Nuova Cosenza Pietro Arcidiacono. L’attaccante catanese aveva esultato, dopo un gol contro il Sambiase (Serie D), mostrando una maglietta in difesa dell’ultrà del Catania condannato a otto anni per l’omicidio dell’ispettore Raciti, ucciso nel 2007 prima del derby Catania-Palermo. Lo stesso Arcidiacono ha rilasciato parecchie dichiarazioni nelle scorse ore, sostenenedo che, non è stato un gesto contro la famiglia Raciti o contro le forze dell’ordine, ma bensì un atto di solidarietà nei confronti di un ragazzo, Antonino Speciale, che conosce da parecchi anni inquanto originario dello stesso quartiere di Catania.

Sulla vicenda si è espressa anche la signora Maria Grasso, vedova di Raciti, affermando che Arcidiacono è uno stupido e presuntuoso, che gli sta bene il Daspo. “Chieda scusa ai miei figli, perché non prova a solidarizzare con loro, che da quasi sei anni non possono più pronunciare la parola papà? E dire che in questi anni non l’ho mai visto in tribunale, a chiedere verità e giustizia. Quando ho visto la maglietta di Arcidiacono – commenta la signora Grasso – sono rimasta sbigottita e addolorata e sono andata a cercarmi altre foto sul web: io questo Arcidiacono non l’ho mai visto a un’udienza in tribunale. Ha offeso la società civile. Spero anzi che anche la questura di Catania emetta dei decreti di Daspo nei confronti di quegli ultrà etnei che ancora domenica scorsa hanno esposto striscioni e cantato cori offensivi della memoria di mio marito”.

La Questura di Catanzaro ha pure chiesto alla Digos di Cosenza di compiere una serie di accertamenti per verificare eventuali responsabilità di altre persone. In particolare, nel mirino è finito il fratello di Arcidiacono, Salvo, anch’egli giocatore del Cosenza: sarebbe stato lui a passare la maglia. Gli agenti del Commissariato di polizia di Lamezia Terme, città in cui si è giocata la partita durante la quale Arcidiacono ha mostrato la maglietta, intanto, hanno inviato una relazione alla Procura per verificare se sussistano estremi di reato nel comportamento del calciatore.

“In Italia persino la libertà di pensiero e di espressione è sanzionata” hanno affermato invece i legali di Antonino Speziale, Giuseppe Lipera e Grazia Coco. “Nonostante il clamoroso errore giudiziario siamo pronti a tutto per fare emergere la verità”. Gli avvocati definiscono «incostituzionale» quanto accaduto e si dicono «indignati per quanto accaduto: una sentenza definitiva – chiosano – non può limitare la libertà della persona di esprimere il proprio pensiero».