Va al Gemini di Riccardo Chico, con il minimo scarto, il derby della montagna contro il Kamarat di Marco Aprile. Oltre al Gemini, a vincere, e in maniera inequivocabile, è stato il pubblico presente allo stadio di entrambe. Cori, più o meno simpatici, inni e gli immancabili sfottò tra le due tifoserie. I tifosi del Kamarat, in 700, si sono presentati in gradinata con dei cartelli di colore verde e con uno lungo striscione con la scritta «L’erba del cugino è sempre + verde», il chiaro riferimento era per il terreno di gioco del «Lo Bue» tornato in sabbia. Quelli del Gemini hanno esposto uno striscione con su scritto «Welcome to Gemini beach! ». In campo i giocatori, gasatissimi, hanno messo tanto agonismo. Dal punto di vista tecnico la partita è stata stilisticamente brutta e scarsa di contenuti. Felice per il goal realizzato, il giovane classe 1994, Stefano D’Angelo. «Segnare e risultare decisivo in un derby importante fa sempre piacere – dice la giovane mezzala – ho azzeccato un gran tiro e quando ho visto la sfera gonfiare la rete sono subito corso verso i tifosi per festeggiare». «Esordire da presidente del Gemini con la vittoria del derby è stata una bella soddisfazione – dice il presidente del Gemini Giracello – la cosa più importante comunque sarà quella di disputare un campionato all’altezza della situazione». In casa Kamarat si punta il dito sulla direzione di gara ritenuta insufficiente. «Un risultato di parità sarebbe stato giusto – afferma Marco Aprile – abbiamo preso goal su una rimessa laterale nostra, ma assegnata al Gemini. Ci è stato negato un evidente rigore per un fallo di mani che solo l’arbitro non ha visto. In ogni caso è andata così, speriamo di rifarci domenica prossima ai Salaci su un terreno di gioco dove si può giocare una partita di calcio». In effetti le condizioni penose del terreno di gioco ha condizionato molto il rendimento di entrambe le squadre.