Patti PasqualePer i campofranchesi fare sport è come il pane quotidiano e se il calcio attira verso di sé quasi tutta l’attenzione, c’è anche chi pratica altre discipline sportive che comunque aiutano anche a tenersi vivi ed in forma. E’ quanto succede a Pasquale Patti, 71 anni, professore di materie letterarie da qualche anno in pen-sione che abbina ai doveri familiari la passione per la maratona. I 42 chilometri di ellenica memoria, per il professor Patti, sposato con l’insegnante Maria Nicastro e padre di Ivan ed Enrico, non rappresentano un ostacolo insuperabile e a coronamento della sua passione ha partecipato alle edizioni della maratona di Praga e di Londra, oltre alle tante in territorio nazionale. “Per me è un passatempo – commenta il podista di origini favaresi – e nello stesso tempo tenersi in esercizio fisico fa bene alla salute. La corsa mi ha aiutato anche ad eliminare totalmente il vizio del fumo che tanto male stava procurando al mio corpo. La passione per la corsa a lunga distanza e alla maratona in particolare me l’ha contagiata il dott. Vincenzo D’Anna con cui abbiamo partecipato a tante iniziative del genere e a cui va il mio ringraziamento particolare.” Un rammarico per Pasquale Patti rimane il fatto di non aver potuto prendere parte all’ultima edizione della maratona di New York, ma non per colpa sua. “Ero partito con tanta emozione insieme a mia moglie per partecipare a questo evento che coinvolge migliaia di appassionati di tutto il mondo ed eravamo già negli stati Uniti in trepida attesa, ma l’uragano che ha sconvolto New York ha fatto annullare la gara e quindi quando abbiamo potuto abbiamo fatto solo un giro per la città senza provare quella sensazione che tutti i maratoneti vogliono avere nella propria vita”. Magari Pasquale Patti proverà quest’anno a ritornare a New York, tempo permettendo, ma intanto lancia un incitamento a tutti e soprattutto a quelli che sono in età pensionabile. “Fate movimento, fate sport, qualsiasi disciplina decidete di fare, ma la corsa è quella cosa che riesce più facile a tutti, non ci vogliono attrezzature particolari, bastano un paio di pantaloncini, una maglietta, un paio di scarpe adatte e tanta buona volontà”.
Rino Pitanza